A nome del consiglio, un grazie a tutti i partecipanti e agli organizzatori del ben riuscito convegno di Sabato 30 Settembre 2017 a Reggio Emilia .
Ci scrive il nostro socio Carmine Scavello:
Carissime, i
siamo ritornati ancora in Emilia Romagna con un altro convegno annuale nel segno dell’amicizia sincera, del dolce ricordo e della buona compagnia. Come al solito, è stata un’occasione d’oro da non perdere per mantenere sempre attuali e vivi i contatti con i soci amici che credono convintamente nei buoni propositi dell’Associazione. Sono poche – direi nulle – le occasioni di riunire così tanti “colleghi a vita” in un colpo solo!
Reggio Emilia ci ha ospitato per offrirci la sua acclamata accoglienza e per metterci a disposizione le sue bellezze architettoniche e i suoi tesori storici. Chi volesse potrà arricchire autonomamente la sua sete di sapere con altre notizie e altrettante curiosità, consultando gli appositi siti e le guide turistiche specializzate. Siamo stati nella capitale della Repubblica Cisalpina; qui, i patrioti scelsero il tricolore come bandiera italiana, su proposta di Giuseppe Compagnoni. I colori rappresentano rispettivamente il verde della speranza, il rosso del sangue della passione e il bianco della fede fraterna. A titolo di cronaca, i partecipanti hanno scelto due opzioni turistiche: il percorso a piedi nel centro della città e la visita alla Sala del Tricolore e alla Galleria Parmeggiani. La Sala del Tricolore il mio gruppo non l’ha visitata, causa un concerto in corso, come ci è stato riferito. Si dice che Luigi Parmeggiani, un anarchico convertito all’arte, commerciasse opere d’arte e manufatti artistici di buona fattura e di un certo prestigio, non riconducibili ai veri autori. Perciò, gli storici lo ricordano con l’appellativo di falsario, sebbene si parlasse di opere di alto profilo artigianale e di significativo valore artistico e storico. La Casa Museo del Parmeggiani merita una visita! Simpatiche ed esperte guide turistiche ci hanno illustrato i tesori della comunità reggiana. Sembra facile organizzare un convegno di tale portata! Bisogna esserci dentro per capire l’impegno, il tempo e il lavoro certosino per ottenere una buona riuscita dell’evento, che resterà sicuramente negli annali storici dell’Associazione.
San Prospero, patrono della città, ha benedetto il nostro arrivo e ha vegliato su di noi per assicurarci la Sua protezione. Il Santo è contento di vedere persone unite da vincoli di amicizia vera che resistono al tempo; ci accompagna, inoltre, per il resto dei nostri giorni affinché ci portassimo nelle nostre case il ricordo di questo giorno felice e la gioia dell’appartenenza. Gli antenati degli attuali Reggiani furono grati al beato per aver risparmiato la città dalla distruzione e dal saccheggio conseguente a opera di Attila. Si narra che il beato avesse fatto calare una fitta nebbia sulla zona, nascondendo la città dalla vista di quei barbari famelici e assetati dalla frenesia della conquista. Durante una precedente visita alla città, chiesi alla guida quale fosse il simbolo di Reggio Emilia; mi rispose con una punta d’orgoglio che è il maestoso Cedro del Libano, situato nel Parco del Popolo; è chiamato anche col nome di Cedro dell’Elefantino e non si hanno dubbi sulla sua identificazione perché è il più grande dei suoi simili per altezza e circonferenza della chioma.
Dopo la visita ci siamo recati in un ristorante capiente e caratteristico della zona. L’associazione ha scelto come luogo di convivio e di incontro il ristorante “Sider Park” di Rubiera (RE). Seppi là che era un ex macello a puro titolo di curiosità.
Un abbraccio fraterno e buona vita a tutti dallo scrittore Carmine Scavello